Basilica di San Paterniano

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L’attuale Basilica di San Paterniano, situata a Fano (Pesaro-Urbino), in Piazza Jacopo Sansovino, fu consacrata il 17 aprile 1558 dal Vescovo della città dalmata di Arbe, Mons. Vincenzo Negusanti, come attesta un’iscrizione posta sulla parete destra del presbiterio.

La costruzione della Basilica non iniziò prima del 1547, mentre i lavori di completamento terminarono comunque prima del 1558.

Successivamente furono realizzati il portale maggiore (1573), il puteale ubicato al centro del chiostro (1577) e il campanile (1602).

 

 

Contrariamente da quanto asserito da alcune guide sei-settecentesche nonché da alcuni storici locali, il complesso monumentale di San Paterniano (Basilica, convento e campanile) non risulta essere stato ideato dal celebre architetto Jacopo Tatti, detto il Sansovino. Recenti ricerche storico-documentarie attestano, invece, che la paternità ideativa della menzionata struttura è più probabilmente attribuibile al veneziano Stefano Bambagiani, già operativo durante la fase esecutiva dei lavori di costruzione.

La pianta della Basilica è a forma di croce latina, suddivisa da pilastri cruciformi in tre navate con volta a botte nell’ampia navata centrale, cupola a calotta nell’incrocio con il transetto e volte con piccole calotte nelle campate delle due navate minori.

 

 

Nel coro della Basilica la pala d’altare raffigura San Paterniano in gloria sopra la città di Fano, opera attribuita al bolognese Alessandro Tiarini (1577-1668).

 

 

La Cappella del Santo si trova in fondo alla navata destra della Basilica e contiene, nella prima campata, due pitture del fanese Sebastiano Ceccarini (1703-1780), mentre sulla seconda tre opere del pittore ferrarese Carlo Bononi.

 

 

Al centro della seconda campata è posta l’urna marmorea – realizzata su disegno di Donatello Stefanucci in occasione del centenario del 1960 – nella quale le ossa di San Paterniano sono racchiuse in una cassetta di zinco posta sotto il cuscino sul quale giace la maschera in scagliola con colla del volto del Santo.

 

 

Sulla parete sinistra del transetto è collocata una monumentale cantoria che ospita l’organo rinnovato nel 1775 da Gaetano Callido (1727-1813), uno dei maggiori rappresentanti della scuola organaria veneta. Lo strumento è di particolare pregio per essere uno dei tre organi di 12 piedi in territorio marchigiano.

 

 

Nella navata destra, sul primo altare, è collocata una copia – realizzata dal fanese Giusto Cespi (1867-1954) – di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1597-1666) raffigurante lo Sposalizio della Vergine, compiuta dall’artista nel 1649. Sul secondo altare è collocato il dipinto ritraente San Nicola di Bari e Sant’Onofirio sotto l’immagine della Vergine col Bambino trasportata da angeli, messo a punto dal pittore locale Bartolomeo Giangolini (prima metà del sec. XVII).

 

 

Nella navata sinistra, sul secondo altare, è posta una tela raffigurante la Madonna del latte con i Santi Sebastiano, Carlo Borromeo e anime del Purgatorio realizzata dal veronese Claudio Ridolfi (1570-1644).

 

 

Sopra il terzo altare, invece, è collocato un Crocifisso ligneo di dimensioni pressoché naturali, eseguito nel 1706 a Napoli dallo scultore Giacomo Colombo.

 

 

 

 

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